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Nunzio Zago (1998)
Il gioco attonito della luce

Non conosco tutti gli snodi del percorso di Giuseppe Puglisi, ancora breve, stando alle date, ma già in possesso, mi pare, d'un'autonomia e identità invidiabili. I più informati collocano gli esordi del pittore, allo scadere degli anni Ottanta, nell'ombra culturale di Lorenzo Tornabuoni, cui subentrano, dopo, altri modelli, altre suggestioni: diciamo, per segnalare l'ampio ventaglio dei riferimenti che sono stati proposti, da Monet a Klimt, da Fautrier a Franco Sarnari. Provo dunque a sciogliere le "sigle" dei critici di professione, a tradurre in termini meno ellittici e ammiccanti il senso più maturo della ricerca espressiva di Puglisi.
La quale si muove - ed è qui la sua forza, il principale motivo del suo fascino - in una difficile zona di frontiera, al confine fra costruzione e decostruzione, illusione e realtà, interferenze naturalistiche e scatto visionario. Alla sua origine, insomma, possiamo indovinare la condizione odierna di precarietà e labilità (ontologica, esistenziale, psicologica...), nei confronti della quale l'artista mette in campo una strategia sofisticata, insieme mimetica e difensiva, organizzando i suoi quadri quasi come preziose miniature o ardui contrappunti musicali; dando alle immagini, con l'abbagliante seduzione della trama cromatica, una consistenza fittizia, di tipo impressionistico; affidando al gioco attonito della luce il compito di portare le cose, prive di spessore, in superficie, nell'attesa, chissà, di una magica epifania, di una rivelazione profonda, essenziale, non effimera.
Non mancano, in questa mostra, esempi significativi d'una siffatta direzione di marcia: una natura morta dove i frutti sembrano accendersi e deflagrare in puro colore; figure umane vagamente intraviste dietro lo schermo di una finestra, come in un sogno; e poi, via via, una malinconica terrazza, un paesaggio industriale, una palma, un elemento architettonico, persino il ritratto d'un antico ritratto, cioè frantumi di realtà o piuttosto fantasticherie, parvenze. Nel ciclo dei Nuotatori, che appartiene invece alla produzione più recente di Puglisi, affiora qualche novità, preludio forse di una svolta: ne sono indizi la pennellata più pastosa e fluente ed il cambiamento, lieve, appena percettibile, ma da non trascurare, dell'angolazione prospettica, dello sguardo. Uno sguardo, se non sbaglio, meno esterno, maggiormente "implicato" nella rappresentazione, più introverso, magari, e animato, volendo piegare al simbolico il tema dell'acqua, da un bisogno d'integrazione e rassicurazione "materna".

Nunzio Zago
Il gioco attonito della luce
in catalogo della mostra
Galleria Studio Nuova Figurazione Ragusa 1998

 


   
ESPOSIZIONI
   
PUGLISI
Il Mediterraneo
Coste e costellazioni

Genova, Palazzo Ducale
9-30 gennaio 2011
 
 
 
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